Chiuso il X Meeting Giornalisti del Mediterraneo e approvata la Carta di Cagliari "Sicurezza, diversità e dialogo: costruire fiducia nel giornalismo"

 

09.05.2010 Chiuso il X Meeting Giornalisti del Mediterraneo e approvata la Carta di Cagliari "Sicurezza, diversità e dialogo: costruire fiducia nel giornalismo"


Si è chiuso stamani a Cagliari il Decimo meeting dei giornalisti del Mediterraneo. Dopo quattro giorni di lavori i rappresentanti delle organizzazioni dei giornalisti provenienti dai 30 paesi del Mediterraneo (aderenti alla Ifi e alla Fnsi) hanno approvato la "Carta di Cagliari" che dovrà segnare un percorso per creare nuove forme di solidarietà ed unità.  La Carta di Cagliari, che ha per titolo "Sicurezza, Diversità e Dialogo: costruire fiducia nel giornalismo mediterraneo", dichiara che: "Noi, rappresentanti dei sindacati dei giornalisti di 30 paesi del bacino del mediterraneo riuniti a Cagliari dal 7 al 9 maggio, avendo esaminato la crisi economica, politica e sociale che affligge i giornalisti di tutte le regioni; Deplorando le violenze esercitate contro i media, le pressioni sui giornalisti da parte di governi e forze politiche senza scrupoli ed estremiste, e l'indifferenza verso le organizzazioni dei media, tutti fattori che creano un'atmosfera di crescente autocensura; Credendo che un giornalismo professionale e indipendente, esercitato in condizioni di non-discriminazione e nel rispetto delle norme elementari del lavoro, sia essenziale per difendere il diritto dei cittadini a sapere; Condannando tutti gli attacchi contro i giornalisti da parte dei governi che utilizzano la legge per intimidazione e fanno pressioni ingiuste al fine di manipolare il lavoro dei media; Condannando i licenziamenti selvaggi nelle redazioni e le violazioni dei diritti del lavoro giornalistico da parte di datori di lavoro che di fronte alla crisi hanno abbandonato la missione, l'etica e i valori del giornalismo;
Dichiariamo: Che i giornalisti mediterranei lavoreranno uniti per creare la fiducia del pubblico nel giornalismo e creare nuove forme di dialogo e di solidarietà. In particolare, il meeting rifiuta le politiche di divisione, di manipolazione e d'intolleranza e sostiene un programma d'azione sui seguenti temi: Il giornalismo per la diversità e la tolleranza Sostenere il ruolo dei giornalisti nella costruzione di società democratiche e nella promozione della pace, la riconciliazione e lo sviluppo duraturo. Il meeting accetta di promuovere lo statuto professionale dei giornalisti, le regole etiche e professionali dei giornalisti in linea con l'Iniziativa per un Giornalismo Etico dell'Ifj; il meeting appoggia la partecipazione dei Sindacati mediterranei alla creazione di una Rete Europea per la diversità nel giornalismo al fine di combattere il razzismo e richiamare l'attenzione sulla necessità dei media di rappresentare tutte le opinioni della società comprese le voci delle minoranze". (ANSA).
 

Coniugare etica e professionalità alla crisi globale che arriva in un momento in cui si apre un nuovo mercato dei media, fondato non più solo su carta stampata e servizi radiotelevisiva, ma anche sulle piattaforme multimediali. E' questa la sfida che i sindacati dei giornalisti dei 30 paesi del Mediterraneo hanno raccolto nella seconda giornata del 10/o Meeting organizzato a Cagliari dall'International Federation of Journalist (Ifj) e dalla Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi), con il patrocinio della Regione Sardegna. Gli organismi internazionali e nazionali dei giornalisti hanno anche avviato la scrittura della Carta di Cagliari, una dichiarazione finale del Meeting che dovrà segnare un percorso - avviato con la difficile ripresa di dialogo tra i giornalisti israeliani e quelli arabo palestinesi, entrambi presenti alla conferenza - per creare nuove forme di solidarietà ed unità e quindi costruire una società in armonia. Per arrivare a questo i sindacati chiedono tutela della professionalità e della sicurezza dei giornalisti che fanno informazione nelle regioni in conflitto o con problemi politici e si impegnano a far fronte alle minacce comuni ai diritti dei loro componenti. Oltre a questo, però, occorre rinnovarsi di fronte al "collasso dei media tradizionali", magari attraverso nuove forma di lavoro adatte alla nuova era dell'informazione. "Stiamo andando verso una soluzione darwiniana e molti giornali, soprattutto quelli piccoli, non resisteranno senza rivedere la propria struttura - ha detto Franco Siddi, segretario della Fnsi - occorre un sistema di media attraverso il quale è possibile fare business, ma anche pagare il giornalista". Anche Aidan White, segretario generale della Ifj, ha sottolineato che "i media devono rigenerare le strutture di finanziamento e guardare oltre i mercati tradizionali alla ricerca di fondi". Dal canto loro i sindacati dei giornalisti investono sulla propria capacità di adattamento per rinsaldare la fiducia nel pubblico, appellandosi ad una nuova solidarietà tra giornalisti ed al sostegno dei valori etici e tradizionali. Riguardo al futuro del giornalismo, oggetto anche di un dossier che l'International Federation of Journalist sta finendo di preparare, si dovrà necessariamente passare attraverso tre elementi fondamentali per l'informazione sia quella tradizionale che moderna: lavoro, etica e democrazia. (Fabrizio Fois, ANSA).

"Adeguarsi alla multimedialità, ma anche rafforzare il concetto di informazione come bene pubblico. E' l'appello lanciato dal palco del 10/o Meeting dei giornalisti del Mediterraneo, in corso a Cagliari, organizzato dalla International Federation of Journalist (Ifj) e dalla Fnsi, con il patrocinio della Regione Sardegna. Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha ripreso il filone del discorso avviato dal segretario generale dell'Ifj, Aidan White, che aveva spiegato come il giornalismo debba essere visto come un "bene pubblico". "Negli Stati Uniti oltre 60 mila posti di lavoro nei Media sono stati soppressi - ha osservato White - ed in Europa accade lo stesso. Vi sono meno soldi per la ricerca e la specializzazione, il giornalismo investigativo è una specie a rischio e vi sono molti freelance". Secondo Siddi occorre "stringere un'alleanza con il mondo intellettuale, della cultura e le Università attorno a cui costruire il sistema nuovo del giornalismo: bilanci pubblici, proprietà trasparenti, statuti editoriali e tutela dei diritti editoriali". (ANSA).

Cagliari - ''La libertà di stampa non è mai troppa. Meglio subire qualche problema di un'informazione che nulla trascura, che porsi il problema di cosa nascondere''. È la replica del segretario della Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi), Franco Siddi, a margine del X Meeting dei giornalisti del Mediterraneo, alle dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi che aveva parlato di troppa libertà di informazione in Italia."'Dire che è troppa vuol dire impoverire l'importanza che ha e soprattutto la stampa non può essere considerata una nemica - ha aggiunto Siddi - nel nostro Paese i giornalisti, invece, sono presi di mira dal potere, venendo considerati una parte della competizione politica. Anche noi dobbiamo fare di più come categoria. Il tempo di Paietta, Arfè o di Ganella, che sui giornali dei loro partiti si confrontavano con vigore ma rigore, è finito da tempo, meno ideologia, meno ideali e meno scontro politico''. Secondo il segretario generale del sindacato dei giornalisti, ''l'indipendenza del giornalista si fonda soprattutto sul rigore dell'informazione che parte dei fatti e dalla loro verifica''. (ANSA)

WHITE (IFJ), SENZA NON VI È DEMOCRAZIA CAGLIARI, 7 MAGGIO - ''La libertà di informazione è in pericolo in tanti Paesi, a causa di ostacoli legali posti ai giornalisti nella ricerca di informazioni, non solo nel mondo arabo. Senza questa libertà è impossibile avere un pluralismo di informazioni e si mette in crisi la stessa democrazia''. È quanto ha sostenuto il segretario generale dell'International Federation of Journalists (Ifj), Aidan White, a margine del X Meeting dei giornalisti del Mediterraneo. ''Il Governo italiano ha una grande paura del potere dei media di avere accesso alle informazioni - ha chiarito - l'informazione, invece, è un grande beneficio per la democrazia perché racconta i fatti a tutte la fasce della società. Lo stesso controllo che si vuole mettere sulle intercettazioni è incredibile perché è, invece, molto importante per i media avere a disposizione tutte le modalità per trovare e dare informazioni''.
Sul tema delle intercettazioni sono intervenuti, durante i saluti iniziali del Meeting, il segretario regionale dell'Associazione Stampa Sarda, Francesco Birocchi, secondo cui si tratta di una ''legge pericolosissima'', ed il presidente regionale dell'Ordine dei Giornalisti della Sardegna, Filippo Peretti, il quale ha ricordato che ''se questa legge fosse stata in vigore i cittadini non avrebbero potuto conoscere la vicenda Scajola, per questo occorre una mobilitazione forte ed un'alleanza sociale ampia''. (ANSA)

S. CRAXI, STAMPA LIBERA MA ANOMALIA EDITORI 'LA REPUBBLICA' È UN VERO GIORNALE DI PARTITO CAGLIARI, 7 MAGGIO - ''Sfido chiunque a dire che in Italia la stampa non è libera. Lo è tanto che in passato ha appoggiato vere e proprie campagne politiche''. Lo ha detto il sottosegretario agli Affari esteri, Stefania Craxi, intervenendo a Cagliari al X Meeting dei giornalisti del Mediterraneo. ''Se vogliamo parlare invece dell'anomalia italiana – ha aggiunto il sottosegretario - dobbiamo rifarci al fatto che non ci sono editori puri. Parlo ad esempio del Corriere della Sera, di proprietà di una compagine finanziaria, oltre che ovviamente di Repubblica, vero e proprio giornale di partito. Quanto all'influenza di Berlusconi sulla televisione pubblica – ha concluso Stefania Craxi - nella Rai ci sono molti più programmi antigovernativi che filogovernativi''. (ANSA)

(ANSA) - CAGLIARI, 7 MAG - Oltre un'ora e mezza per coprire la distanza tra Ramallah e Gerusalemme superando i check-point militari, per rafforzare il processo di pace attraverso i media e la formazione dei giornalisti. E' questa l'immagine più forte che arriva dal X Meeting dei giornalisti del Mediterraneo, che si è aperto oggi a Cagliari su iniziativa della Ifj e della Fnsi e con il patrocinio della Regione Sardegna. Collaborazioni con media indipendenti per i palestinesi, un network che lavora attraverso radio, tv e notizie on-line, circa 600 giornalisti formati per migliorare la democrazia, talk show su economia ed attualità e produzioni per dare quella speranza che va riposta nel dialogo tra Israele e Palestina. Oggi i due popoli sono più vicini anche grazie al lavoro quotidiano di Search for Common Ground, che ha portato la sua esperienza al meeting in un appuntamento che ha segnato la ripresa dei rapporti tra giornalisti israeliani ed arabo-palestinesi all'interno della Federazione internazionale dei giornalisti. "Si tratta di un incontro storico che pone le basi per una cooperazione in una situazione molto difficile - ha spiegato il segretario generale dell'International Federation of Journalists (Ifj), Aidan White -. E' possibile iniziare a lavorare insieme tra Nord e Sud del Mediterraneo, ma anche in tutti quei luoghi dove ci sono dei problemi culturali e politici in un'azione comune di giornalisti e media istituzionali". Secondo il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, si tratta di un momento importante "perché segna la ripresa di un lavoro comune sul giornalismo etico, quale pilastro di ogni democrazia. Il dialogo aperto tra israeliani e palestinesi non è un passaggio facile, ma speriamo di cominciare un nuovo cammino all'insegna dell'unità del Mediterraneo che fonda la sua millenaria storia sulla multiculturalità e sull'integrazione".  "Il bacino del Mediterraneo - ha osservato il sottosegretario agli Affari esteri Stefania Craxi - è un luogo di conflitti che pesano e il ruolo della stampa è indispensabile per la formazione di una coscienza civile e per creare sentimenti di pace. Lo sviluppo economico e il progresso civile e sociale pensiamo possano aiutare anche a ristabilire la pace". Al meeting non poteva mancare uno spazio di discussione sul tema della libertà di informazione in Italia.  "La libertà di stampa non è mai troppa - ha detto Siddi -. Nel nostro Paese i giornalisti sono presi di mira dal potere, venendo considerati una parte della competizione politica". Il sottosegretario Craxi ha replicato che "in Italia c'é libertà di stampa", ma ha attaccato sull'"anomalia italiana" per la mancanza di "editori puri: parlo ad esempio del Corriere della Sera, di proprietà di una compagine finanziaria, oltre che ovviamente di Repubblica, vero e proprio giornale di partito". (ANSA).

 


 

LE FOTO DI ALCUNI DEI PROTAGONISTI (di Marco Mura/Diario24Notizie)

 

 

Aidan White

 

 

Franco Siddi

 

 

Francesco Birocchi

 

 

Filippo Peretti

 

 

Ospiti

 

 

Due delegati israeliani

 

 

Un delegato palestinese

 

 

 

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